Opinión de Donatella Franchi (Español)
???????????????????????????????????? ????????????????????????????, artista de Bolonia y amiga feminista, siguió en virtual la presentación de «???????? ???????????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ????????????????ó????????????????» en la Biblioteca pública de Cáceres el 19 de diciembre de 2021.
Me manda esta opinión, de la que estoy muy agradecida y que me encanta compartir contigo.
Querida Milagros:
Seguí la presentación de tu libro en Cáceres, y te quería escribir desde hace ya tiempo. Pude seguir menos bien la introducción de Ana Silva, se oía un poco lejos su voz. Sí oí con claridad la intervención de Antonietta y la tuya. La lectura de Antonietta Potente es siempre extraordinaria, en su profundidad y claridad, restituye riqueza en el intercambio, lleva a sentir intensamente el pensamiento, “el pensar viene de este sentir de la vida”. Un pensamiento rico de energía vital que permite actuar en la realidad de manera distinta, que hace palanca en lo que es vitalidad y belleza en un mundo marcado por la violencia hermenéutica, como dices tú, y que es la violencia de un pensamiento patriarcal abstracto que lleva a guerras y a destrucción también de la naturaleza.
De tu intervención me ha gustado el hecho de que digas que te has sentido siempre feminista, pero que en un determinado momento sentiste que algo no iba bien, la contradicción entre libertad y emancipación, la que tu madre no resolvió, y tampoco la mía.
También yo he necesitado años para entender y volver a entender por experiencia las palabras de Carla Lonzi cuando habla de la mujer clitórica.
Me siento orgullosa de salir también yo en un capítulo de tu precioso libro, y te estoy agradecida.
Te envío adjuntas algunas notas de lectura de tu libro, que he leído y releído, primero en español y después en la traducción de Barbara.
Un abrazo contenta de poder verte en Bolonia,
Donatella
Commenti di Donatella Franchi (Italiano)
???????? Mi fa piacere condividere con te questi bei commenti di ???????????????????????????????????? ????????????????????????????, artista di Bologna, sul libro «???????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????????? è ????????????????????????????????????????». Donatella ha seguito la presentazione che abbiamo fatto Ana Silva Cuesta, Antonietta Potente e me nella città di Cáceres (Spagna) il 19 dicembre 2021.
Querida Milagros:
Avevo seguito la presentazione del tuo libro a Cáceres, e volevo scriverti già tempo fa. Ero riuscita a seguire meno bene l’introduzione di Ana Silva, sentivo la voce un po’ lontana. Ho sentito molto chiaramente l’intervento di Antonietta e tuo. La lettura di Antonietta Potente è sempre straordinaria, nella sua profondità e chiarezza, restituisce ricchezza nello scambio, fa sentire il pensiero intensamente, «el pensar viene de este sentir de la vida». Un pensiero ricco di energia vitale che permette un agire differente nella realtà, che fa leva su quello che è vitalità e bellezza in un mondo segnato dalla violenza ermeneutica, come tu dici, e che è violenza di un pensiero patriarcale astratto che porta a guerre e distruzione anche della natura.
Nel tuo intervento mi è piaciuto il fatto che tu abbia detto che ti sei sempre sentita femminista, e che però hai sentito a un certo punto che c’era qualcosa che non andava, la contraddizione tra libertà ed emancipazione, quella che non ha risolto tua madre, e neanche la mia.
Anche io ho impiegato degli anni a capire e ricapire di nuovo attraverso l’esperienza le parole di Carla Lonzi quando parla della donna clitoridea.
Mi sento orgogliosa di apparire anche io in un capitolo del tuo prezioso libro, e te ne sono grata.
Ti invio in allegato alcune note di lettura del tuo libro che ho letto e riletto, prima in spagnolo e poi nella traduzione di Barbara.
Un abbraccio contenta di poterti vedere a Bologna
Donatella
Dontatella Franchi: I doni che mi ha portato il libro di Milagros…
I doni che mi ha portato il libro di Milagros.
Questo testo mi ha fatto ripercorrere e rivivere la mia storia offrendomi il filo conduttore del piacere.
Milagros mette a fuoco il femminismo come uno straordinario lavoro di creazione, dove abbiamo fatto agire una creatività “in proprio”, come dice Carla Lonzi, fertile, come io la chiamo, che ha dato voce e forma all’esperienza femminile, a un modo differente di stare nel mondo e guardarlo da un’altra prospettiva.
Il piacere femminile, clitorideo, di cui Milagros parla, ci fa vivere in contatto con la nostra energia creativa, con il piacere di avere un corpo di donna e dello stare tra donne, dell’ascoltarsi, del pensare e sentire insieme, del sentire il proprio pensiero, “pensiero corporeo”, e prendere come misura il reciproco sguardo.
Uno dei tanti motivi per cui il testo di Milagros mi risuona, è perché dimostra, a partire dal titolo, come il pensiero di Carla Lonzi continui ad essere generativo nel nostro presente.
Penso che sia molto significativo che la riflessione di Carla Lonzi sulla creatività e l’arte nel breve ma rivoluzionario saggio Assenza della donna dai momenti celebrativi della manifestazione creativa maschile si trovi collocato tra lo scritto Sputiamo su Hegel e i due scritti Sessualità femminile e aborto e La donna clitoridea e la donna vaginale, tutti racchiusi nello stesso testo (Sputiamo su Hegel , La donna clitoridea e la donna vaginale e altri scritti). I pilastri su cui si regge “la violenza ermeneutica” del mondo maschile sono la filosofia e l’arte, oltre alla religione di potere. La donna clitoridea considera l’essere donna, e il piacere di esserlo, il suo inizio e il suo punto di forza, non mette la sua creatività a disposizione dell’uomo, si dichiara assente dalla celebrazione della creatività maschile, e pretende per sé l’intero arco dell’esperienza creativa.
Ho sempre amato l’arte visiva, e da adolescente mi ero sentita orfana di donne artiste. Mia madre amava molto la letteratura e la poesia, mi aveva fatto conoscere grandi poete e scrittrici, mi nutrivo di immagini attraverso le loro parole.
Con il femminismo ho incontrato le artiste del passato, la loro originalità e autonomia, e un altro modo di concepire l’arte nel presente, come pratica creativa che arricchisce la vita (Carla Lonzi), che mette in risalto il gesto quotidiano delle donne, che sorregge la vita e che di solito non si vede.
La genealogia di artiste e creatrici che il femminismo ci ha restituito è radicata nel pensiero vitale delle donne che in Europa si è espresso nella secolare Querelle des femmes, che Milagros mette così efficacemente in luce e su cui riflette. E’ il grande movimento innescato dalle donne che si davano valore e forza a vicenda nel conflitto con la cultura maschile, “ la violenza ermeneutica” (di cui parla l’autrice) che continuamente si adoperava per distruggerle e cancellarle.
Quello che mi ha colpito e che ho gustato in modo particolare in questo libro è lo sguardo di Milagros, il suo modo di guardare e di esprimere il suo sguardo con la sensualità delle immagini, come se il mondo fosse un grande libro d’artista ricchissimo di simboli che rimandano al corpo femminile “ i simboli più antichi dell’arte umana non sono fallici, ma clitoridei”: spirali, conchiglie, sfere, perle, mandorle….una profusione di fiori, che si trovano scolpiti nella pietra di cattedrali, edifici, case, dipinti su tele e miniature, ricamati su arazzi e tessuti…
Mi ha donato una visione più ricca e sfaccettata della figura di Maria, madre del divino, così presente nelle immagini della grande tradizione artistica europea, restituendole la grandezza della Dea madre delle culture matrilineari e matrifocali. Grazie a Milagros ho visto sotto una luce nuova l’immagine dell’Immacolata, che ci rimanda al piacere di una creazione femminile autonoma e gioiosa, libera dal sacrificio di sé.
Quando ho letto che “la devozione al rosario fa parte della querelle”, mi è affiorata un’esperienza della mia infanzia. La zia Linda, una zia molto amata, da bambina mi portava in chiesa per assistere alle funzioni del mese di maggio, dedicate alla Madonna del Rosario. Mi sono venute in mente le sue mani che scorrevano le perle del rosario. Le parole di Milagros mi hanno fatto rivivere quei momenti della mia infanzia, illuminandoli di una luce nuova e intensa, investendoli di solennità.
E’ necessario rimappare il mondo, rincontrare la dea Hera agli incroci delle strade, liberarli dai simboli fallici di dominio, ricreare una Cartografia del sentire, come aveva fatto nel 1653 Madeleine de Scudéry con la sua Carte du pays de tendre, dove l’amicizia e la tenerezza, l’amore, sono la misura del mondo.
Milagros ha ripercorso la nostra storia, quella della mia generazione di donne, ne ha tracciato di nuovo la mappa avendo come filo conduttore il piacere di essere e sentirsi donna, e “l’intelligenza e il metodo della lingua materna” che insegna l’amore e la mediazione e ci indica la strada verso il futuro con fiducia nella vita.
La mediazione femminile, radicata nella relazione è l’unica mediazione possibile. L’inutile strazio a cui assistiamo oggi ne è la dimostrazione.
Milagros dice che ha scritto questo testo con gioia, e lo si sente, perché rincuora, e dà coraggio.
Donatella